Di Sebastiano mi parla una mia amica e mi chiedo se davvero esistano ancora persone che si facciano rapire dalla poesia, se esiste ancora un animo tanto puro o tanto tormentato da rifugiarsi nei versi.
Così, spinta dalla mia insaziabile curiosità, ho voglia di conoscerlo e una sera ci sentiamo al telefono e ... sorpresa! Io pensavo di trovarmi davanti un interlocutore siciliano e invece ho la sensazione di parlare con un "colletto bianco" lombardo!
E' l'uomo giusto, adoro le storie insolite...
Sebastiano Adernò
Durante gli anni accademici collaborò come recensore letterario presso la rivista Fogli edita dalla casa editrice ARES di Milano. Intanto partecipava come spettatore alla movida poetica Milanese. Conobbe persone che avrebbe ritrovato anni dopo nel circolo virtuoso della poesia come Davide Brullo, Alberto Pellegatta, Tiziana Cera Rosco, Daniele Piccini.
Fare il recensore per Fogli, il cui direttore era l'illuminato Andrea Beolchi, fondatore della casa editrice Medusa, gli permise di avere tra le mani, ciò che di meglio si pubblicava di poesia in quegli anni nel capoluogo lombardo.
Ora di lui possiamo dire che sue poesie sono apparse in antologie Lietocolle (Il Segreto delle Fragole, Verba Agrestia). E' presente sui numeri (9/07 e 11/07) della rivista Arte-Incontro edita da Bocca. Inoltre ha pubblicato negli ebook Un fiore di parola e Poesia e monnezza creati dal multiblog viadellebelledonne.wordpress.com. Nell'antologia Scrittura Amorosa a cura di FaraEditore. E' stato invitato a Benevento assieme agli altri finalisti del III Premio di poesia Gerardino Romano. Si è classificato terzo al Concorso Solaris organizzato da Edizioni Montag di Macerata. E' stato premiato con una videopoesia al Premio di Poesia In/Civile organizzato dal Comune di San Giuliano Terme di Pisa. Inoltre sue poesie sono apparse nelle prime cinque antologie legate all'iniziativa Istant-Anthology organizzata da Giulio Perrone Editore di Roma. Vincendo il concorso Pubblica con noi indetto da Fara Editore ha pubblicato una silloge di trenta poesie dal titolo carminasincronici nell'antologia “Storie e versi”. Che si è classificato primo al Premio “Ossi di Seppia” e terzo al Premio Fogazzaro.
Da dove nasce il tuo amore per la poesia?
Difficile identificarne l'origine, risalire la filiera sino agli anni dell'infanzia. Dico, cercando di meritarmi un poco di credibilità, che da bambino possedevo un mangiadischi dove mettevo dei 33 giri con le fiabe, la mia preferita era Barbablù. Ora qualcuno dice di aver inventato gli audiobook. Più che la Poesia, io amo l'animo umano. E sono arrivato ad esprimermi in versi, perché questa è sempre stata la forma deputata ad esternare e parlare dell'intimità dell'uomo, ciò che in modo limitante, in Occidente si chiama Anima.
Da cosa sei ispirato?
Da tutto ciò in grado di attirare la mia attenzione, tutto ciò capace di scalfire la mia corteccia prefrontale regalandomi un piccolo schock addizionale.
Oggigiorno è difficile mandare avanti una passione come la poesia in Italia?
Già, per due fondamentali motivi: il primo dovuto al fatto che la gente, e come gente intendo la massa poco pensante e troppo votante, non ha minimamente idea di cosa sia la poesia. Rimangono convinti che Leopardi fosse depresso, Pascoli incestuoso, Montale ermetico come i contenitori da frezeer. Il secondo è più materiale: la poesia non vende, ergo poco soldi, soldini, cash e grana.
Da che sentimento sei spinto quando scrivi?
Se fossi spinto da un sentimento, sarei un poeta mediocre come la maggior parte di quelli che riempe le tasche degli editori, convinti di essere persone brave e sensibili. La sfera emozionale è già parecchio deleteria nella vita, figuriamoci in poesia. I sentimenti sono da abolire, sono la cosa più retorica che esista, già nel pensarli. Hanno avuto così tanta decodificazione nella storia della cultura occidentale, da obbligarmi a non trattarli. Io, quando scrivo, sondo le parti più nobili della mia mente. Quelle più raffinate, inaccessibili per molti, lì dove nasce l'astrazione, la logica speculativa. E per far ciò necessito di grande concentrazione, devo essere molto presente; in quei meandri è facile perdersi, o venirne rigettati. Meditazione, non cavalloni emozionali.
Avresti mai pensato che da “grande” saresti diventato un poeta?
Certo, e ne sono ancora convinto; anzi adesso non mi accontento più di allora, e penso che da grande voglio diventare un grande, grandissimo poeta.
Sei nato in Sicilia ed hai vissuto per tanti anni in Lombardia, ma adesso sei tornato. TI senti più lombardo o più siciliano?
Diciamo che mi sento più io. Un uomo di mondo, che ha viaggiato per tutta Europa, letto moltissimo. Sono apolide, e me ne compiaccio. Ai bambini divorziati si chiede: vuoi più bene alla mamma o al papà. La risposta è: voglio più bene a me. Io, ad esempio mi sento profondamente radicato nell'Italia della Bellezza e della Padronanza Artistica. Amo la mia lingua, amo il lavoro degli uomini, che in tutte le ere, hanno lasciato traccia delle loro intelligenze. Sono italiano, almeno così c'è scritto nella mia Carta d'Identità.
Figlio di Maestra e Panettiere. Uomo autodidatta. Di ciò che mi è stato insegnato conservo i diplomi. Tutto il resto l'ho imparato da me.
Dentro di te c’è il sacro fuoco dell’arte che ti consuma o i tuoi versi ti portano ad uno stato d’animo sereno?
Solo essere bravo in ciò che faccio mi rende sereno. Più che Sacro Fuoco, parlerei di irrequietezza cronica, bipolarismo, salto dell'ostacolo, salto dell'asta, hai presente le olimpiadi? Se non avessi tensione, i miei affari sarebbero mosci. E oggi che neanche ad 85 anni si accetta di essere mosci, io che ne ho poco più di 30, espleto in pieno le mie abilità erettili, nella vita e in poesia.
Dove ti rifugi quando devi scrivere?
Sul treno a lunga percorrenza. Il treno mi concilia parecchio lo scrivere. So di avere 18 ore libere, così mi adopero.
Intanto che non è un sogno. E a tutti faccio leggere “Lettere ad un giovane poeta” di Rilke.
Lì è spiegato bene questo mestiere, ed aiuta molto nell'autoanalisi dei motivi reali o apparenti per i quali uno decide di cimentarsi in un'attività completamente inutile e bistrattata come la poesia.
Mi rapisce il suo linguaggio ricercato e le sue risposte appassionate. Sono onorata di averlo conosciuto e di averlo pubblicato per farvelo conoscere! Adesso non posso far altro che lasciarvi alla sua poesia.
FORGIARE UN CREDO
il direttore del circo legiferava
e messe in morsa le tempie
con colpi di scalpello sul crinale
il nano, la notte, forgiava un credo
con cui praticare un millimetro
sull'asse di inclinazione terrestre
e risalire una treccia
scartando caramelle
ad ogni nodo
MIGRANTE
un primitivo controllo ai confini
fino all'ultima stazione dello sguardo
- la vista si perde -
del nulla è meglio non parlare, imprimere deriva alla memoria
e rinnovare il diritto alla sosta, sulla soglia
di ciò che non sappiamo
per giorni avremo la noia anticipata
e nei corpi un mosaico di cellule
chiuso e mortale, una collettiva
che scava al centro perpendicolare della fame
meglio non pensarci
mentre la notte trasborda
il nulla nel tempo orizzontale
e per l'acqua il mare da sotto svuota,
suggerisce, sterilizza i confini tra la sete
e i nomi sulle pietre levigate dalle lacrime
essere semina e falce
ci pare un'ingiusta benedizione
il mare è pieno di corpi
troppe eredità si contendono ogni notte un abisso
mentre perdura
il moto costante che ha reso la sabbia così fine
da restituire il tempo in quella clessidra
che scorre dal primo giorno
in cui fu coniata la parola naufragare
e che dire delle spinte dorsali, in voga di remare
fuori da questa spirale
che chiamano cattiva provvidenza
e ora che la paura scassa
come un chiodo che ha trovato la giusta vena
se toccheremo terra
prometto di sopportare
più del palmo della mano
il cielo a venire
e la sua elemosina di sereno
FILINONA
all'ora del filinona
tra l'impazzire delle cicale
l'eros sta sospeso nell'aria satura
gli ulivi, attraverso i miei polmoni,
respirano
la lucertola s’asciuga le ossa
e non c’è anfratto o costola dove nascondersi
dalle punte del ponente
che avanzato dall’Africa e rimosso il superfluo
sfronda il tuo sesso appeso ad un guscio di mandorla
perché io possa
colto e tolta la scorza, munto
e filtrata la fezza,
estrarne latte per le mie labbra
Potete contattare Sebastiano tramite:
Facebook: http://www.facebook.com/adranosSito Web: http://adranos.wordpress.com/
Email: sebastiano.aderno@gmail.com
MSN: adranoa@hotmail.com
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Sebastiano Adernò: interview to a poet
One day, a friend of mine has mentioned Sebastiano and I asked myself if ,in the world, still exist people who get themselves enrapture by poetry, if still exists a very pure and anguished spirit which seeks refuge in verses. Therefore, urged by my unquenchable curiosity, I need to meet him and an evening we rung up and... What a surprise!
I thought to find me in front of a Sicilian interlocutor, instead I felt the sensation of speaking with a Lombard "white-collar worker"!
He is the right man, I love unusual stories....
Sebastiano Adernò
He was born in Avola, in the province of Syracuse, in 1978. After getting a technique school-leaving certificate in Electronics and telecommunication, he decided, defying his mother's wrath, to enrolle to the Statale in Milan to apply himself to human studies.