Fili d'argento che si attorcigliano come rampicanti su gemme colorate, disegni geometrici che racchiudono, nella loro semplicità, la bellezza di un monile che mi ricorda l'artigianato egiziano, trasposto però ai tempi nostri.
Adagiati su ciottoli, come se nascessero dal letto di un fiume, ecco sotto quale cornice ho visto per la prima volta i gioielli di Camilla. Ho così deciso di andare all'ART di Firenze per conoscere questa giovane designer di gioielli, dal carattere forte e deciso e innamorata del suo lavoro.
Ha meritato tutta la mia ammirazione ed ho l'onore di farla conoscere anche a voi.
Camilla Pistolesi
Camilla nasce a Firenze nel 1978. Seppur dotata di abilità e amore per il disegno e l’arte, il percorso di studi, più o meno indirizzato dai genitori, è stato di tipo classico e l'ha portata alla Laurea in Psicologia (febbraio 2003).
Durante il tirocinio post-laurea, la rottura di una gamba (novembre2004), ha comportato anche alla rottura di un percorso che non sentiva più suo, decidendo così di trasformare le attitudini creative e manuali, già da tempo intraprese in modo amatoriale, in attività professionale.
Dapprima si impegna nella realizzazione di lampade con carta ecologica e materiale plastico di riciclo.(luglio 2005).
Poco dopo (gennaio 2006) la possibilità di imparare un mestiere in famiglia la conduce a proseguire, seppure ‘a modo suo’, una tradizione familiare nel campo dei metalli preziosi (dalla tradizione all’innovazione): la madre è stata titolare di una ditta artigiana orafo-argenteria, avviata dal nonno nel dopoguerra; il padre è orafo da oltre quarant’anni e ormai in pensione.
Inizia dunque a lavorare a fianco del padre, che le insegna le tecniche di base.
Questo lavoro la appassiona da subito e le da finalmente la possibilità di esprimere la sua creatività.
Nel giugno 2008 frequenta un corso di trecento ore, finalizzato al rilascio dell’attestato di specializzazione professionale in gemmologia e incassatura (dicembre 2008).
La frequentazione del corso gli da modo di incontrare più persone impegnate nel settore dell’oreficeria e la apre verso diverse possibilità di applicazione del gioiello nel panorama del gioiello di ricerca e di design.
Tramite i contatti con la scuola scopre i concorsi internazionali ai quali partecipa, concorsi di gioielleria moderna presso La Galleria d’arte a Legnica in Polonia:
18th International Silverart Competition DECADENCE nel Marzo 2009
19th International Silverart Competition MINIMUM nel marzo 2010
Oggi si accinge a partecipare all’edizione 2011 dal titolo “SEXY”.
Dal desiderio e dalla necessità di un ulteriore sviluppo della sua attività, in gennaio 2010, decide di aprire ditta individuale.
Vende le sue creazioni in mercatini di artigianato selezionati e partecipa alla Mostra internazionale dell’Artigianato che si tiene ogni anno alla Fortezza da Basso ‘ART2010’ all’interno del progetto VISIONI, artigianato di ricerca e di design, alla quale parteciperà anche quest’anno.
Nel suo percorso come designer e creatrice di gioielli si interessa agli aspetti etici della gioielleria ed ai danni ambientali derivanti dall'uso di questi prodotti.
Per questo, un altro punto fondamentale della sua attività sono la sostenibilità e il rispetto per l’ambiente attraverso la realizzazione di prodotti con materiali riciclati e impiegando tecniche che consentono di non usare, o utilizzare al minimo, prodotti chimici.
A cosa ti ispiri quando crei un gioiello?
Nella mia produzione di gioielli ho un lato più romantico, ispirato alla natura, e uno più geometrico. In entrambi i casi spesso è la forma che segue alla lavorazione in una sorta di espressività istintiva, in cui l’idea si struttura poco a poco durante il processo produttivo. Per cui, in alcuni casi è la manipolazione diretta del metallo che mi porta alla realizzazione istantanea di un oggetto, seduta al banco da lavoro l’idea nasce e prende forma all’istante. Oppure l’idea si sviluppa attraverso un percorso che dal disegno giunge alla realizzazione. I denominatori comuni sono semplicità ed equilibrio nella forma.
Qual è l’iter che ti porta alla realizzazione di un gioiello?
L’iter è molto semplice.
L’idea, sia disegnata che mentale, è comunque il punto di partenza. Poi ci sono io seduta al mio banco da orafa.
Generalmente la lavorazione manuale parte dai semilavorati, cioè filo e lastra, lavorati poi con varie tecniche (traforo, saldatura, sbalzo, cesello). Solo in caso di necessità parto dalla fusione del metallo. Quando l’oggetto è finito deve essere lucidato (pulimentatura). Molto importante è la rifinitura dell’oggetto, che dona all’oggetto un’ aspetto di delicatezza e qualità.
Che materiali usi e perché?
Il metallo che uso è quasi esclusivamente l’argento. In alcuni casi lo abbino al bronzo, oppure al rame e ottone. La scelta dell’argento deriva da più necessità e occasioni. Essenzialmente in l’esigenza di utilizzare un metallo nobile, che in qualche modo valorizzi il lavoro stesso, che richiede notevoli capacità manuali e tempo. Diciamo che la scelta è stata agevolata dall’occasione di trovare nella famiglia la facilità a reperire il materiale, essendo stata mia madre titolare di una ditta di argenteria.
Quanto ti ha insegnato il tuo percorso di studi e quanto l’esperienza di tuo padre?
Sebbene il percorso di studi sia stato un’esperienza molto importante, certamente nel mio lavoro l’esperienza di mio padre è stata fondamentale, così come credo che fondamentale sia stato l’ambiente familiare dedicato all’arte, in particolare mio nonno (pittore), che in qualche modo mi ha trasmesso questa disposizione alla bellezza.
Quale monile ti piace di più realizzare?
Adoro realizzare bracciali e collane! Anche se, essendo oggetti generalmente più costosi, sono anche quelli che vendo in minor numero!
C’è qualche designer al quale ti ispiri?
Devo confessare che non conosco designer … né sono informata su moda o cose simili..
Le uniche riviste che sfoglio occasionalmente sono D di Repubblica ed ELLE DECOR, a cui mio fratello è abbonato. A casa non ho televisione né computer e preferisco stare all’aperto (abito in campagna) o leggere.
Ti sono serviti, in questo lavoro i tuoi studi di psicologia?
Direi non molto, oltretutto poco hanno cambiato il mio carattere piuttosto riservato e poco incline alle relazioni pubbliche, nonché al marketing e strategie di vendita.
Questo mi permette di essere molto sincera!
Hai esposto all’ “ART 2010” e parteciperai anche quest’anno, com’è stata quest’esperienza?
E’ stata un’esperienza importante e formativa per tutto quell’aspetto che riguarda la presentazione dei miei lavori.
Superato lo shock iniziale che può creare una direttrice dei lavori (un architetto specializzato) sgarbata, a una persona che aveva esposto solo nei mercatini, ho saputo accettato e accolto i suggerimenti di una persona che per lavoro è abituata a curare nel dettaglio l’immagine d'insieme. Mi ha aiutata a migliorare moltissimo la mia abituale esposizione.
Ho letto che vai in giro nei diversi mercatini della Toscana, è un buon modo di farsi conoscere? Ti piace questo modo di esporre?
Devo dire che mi piace, perché è motivo di incontro con molti bravi artigiani e ottimi amici. Ma devo anche dire che è molto stancante. Per questo mi piacerebbe avere un laboratorio che si avvicinasse più a un punto vendita.
Vorresti aprire un negozio tutto tuo per esporre le tue creazioni?
Mi piacerebbe un laboratorio con vetrina tutto mio. Per questo obbiettivo si può dire che sia a metà strada: ho da poco saputo di essere stata ammessa nella graduatoria per l’assegnazione di uno spazio all’interno dello SPAZIO SAM a Firenze, ovvero un ex-convento ristrutturato con molti laboratori per artigiani che il comune sta assegnando a vari artigiani.
Hai mai esportato o pensato di esportare la tua arte all’estero?
Mi piacerebbe davvero, ma pur essendo un’imprenditrice, non mi sento tale. Mi sento una semplice artigiana, sicuramente più creativa della comune figura dell’artigiano e, trovandomi sempre a fare tutto da sola (curare l’esposizione, fare le foto agli oggetti e ritoccarle, grafica di un eventuale futuro sito, etc), sono in difficoltà e spesso affaticata dalle attività collaterali, che a volte sembrano purtroppo, essere più importanti del creare stesso.
Sei un’imprenditrice, lo stato o la regione aiuta giovani come te che hanno voglia di farsi conoscere e di mettersi in proprio?
Purtroppo non ho trovato alcun tipo di aiuto da parte di stato o regione. C’è a Firenze uno sportello, che si chiama ‘incubatore’, teoricamente preposto appositamente per aiutare le nuove imprese a nascere.
Non mi hanno dato nessun tipo di aiuto! Devo dire che sono rimasta anche un po’ delusa.L’amore per il rispetto della natura dove vorresti che conducesse la tua arte?
Vorrei riuscire a realizzare oggetti completamente etici ed ecologici e riuscire a trasmettere questi valori alle persone. Per questo devo ancora lavorare un po’! Non è semplice prevedere come sarà il domani nella scena economica italiana.
Quali sono i tuoi timori o le tue speranze per il futuro della tua attività?
I timori sono colossali e ogni anno ho il mio periodo di crisi: ne vale veramente la pena? Il punto è che non riesco a concepire una vita lavorativa diversa e in fondo sono una sognatrice, non posso rinunciare!!
Ho ricevuto richieste di oggetti personalizzati, ma non strane! Anzi la cosa bella è che quando mi chiedono oggetti su commissione le persone si affidano molto al mio gusto e mi danno solo vaghe (molto vaghe!!) direttive.
Se ci sono momenti di crisi creativa, come li superi? Chi ti aiuta?
Devo dire che fino ad ora non avuto crisi creative. Ho tre piccoli quaderni dove appunto le idee con degli schizzi. Per ora non sono mai riuscita a realizzarle tutte!
Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere la tua stessa strada?
Ci vuole tanta PASSIONE e coraggio!!
Se andate per mercatini e trovate una simpatica ragazza con questi meravigliosi monili da mostrarvi, fermatevi e ammirate quanto l'arte e la natura insieme possano rapirvi.
Non vi pentirete del mio consiglio.
In bocca al lupo Camilla.
Sonia.
Potete contattare Camilla Pistolesi tramite:
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